Nell’Ottocento musica e danza camminavano fianco a fianco. Nei teatri si assisteva alle opere, ma si poteva anche ballare; nei salotti, mentre si danzava, risuonavano le arie di Verdi, Donizetti e Rossini, unendo musica e divertimento in un’unica esperienza di festa. In questi ambienti, l’eleganza dei movimenti e la maestria musicale non erano solo un intrattenimento, ma anche un modo per esprimere cultura e raffinatezza sociale.

Durante un ballo, una dama poteva rivolgersi al suo cavaliere:
“Le piace il Valzer, signore?”
E lui rispondeva con abbandono: “Oh, ne vado matto, signora!”
La donna, con freddezza, replicava: “Perché non impara a ballarlo, allora?”

Questa breve scena descrive bene l’importanza del ballo come competenza sociale: saper girare al ritmo del valzer non significava solo eseguire correttamente i passi, ma entrare in sintonia con il partner e partecipare a un rituale culturale che rifletteva la società del tempo. Il ballo, al pari della conversazione, della lettura o della musica, diventava un mezzo di socializzazione essenziale.


Le danze dell’Ottocento

Nell’Ottocento, il ballo non era solo un passatempo: era un vero e proprio linguaggio sociale. La Contraddanza, vivace e armoniosa, animava le sale con linee parallele di uomini e donne, che si muovevano secondo schemi precisi ma con eleganza e brio, trasformando la sala in una coreografia collettiva. Al valzer, danza originaria della Svizzera e presto diffusa in tutta Europa, era riservato un ruolo speciale: ballarlo con grazia e decoro significava entrare in sintonia con il partner e vivere appieno l’atmosfera di festa. La Quadriglia, composta da quattro coppie disposte ai lati della sala, permetteva figure variabili e combinazioni sorprendenti, offrendo al pubblico uno spettacolo di movimento e coordinazione. La Polka e la Polka-Mazurka, danze di origine centro-europea, richiedevano agilità e precisione, con sequenze di passi che si susseguivano con ritmo vivace, coinvolgendo i ballerini in vorticosi giri e abbracci, espressione di libertà e passione.

Imparare queste danze significava più che conoscere i passi: era un modo per vivere la socialità, il gusto estetico e le regole della buona educazione, mostrando eleganza e padronanza del corpo in pubblico. Nelle feste e nei salotti, tra arie d’opera e conversazioni raffinate, il ballo diventava un mezzo per comunicare cultura e stile, unendo piacere, divertimento e partecipazione collettiva.


Il legame con l’opera lirica

La danza era strettamente connessa alla musica dell’epoca: Verdi, nei suoi balli d’opera, sfruttava il tempo di valzer per creare momenti di leggerezza e vivacità, inserendo scene di festa in cui i personaggi si muovevano tra passi eleganti e dialoghi musicali. Tra le pagine musicali più famose, il Valzer in Fa maggiore è diventato sinonimo di danza e di cinema, reso ancor più celebre dal Gattopardo, che ha immortalato l’eleganza e la solennità dei balli dell’Ottocento, mentre il brindisi del “Libiamo ne’ lieti calici” nella Traviata rappresenta un perfetto esempio di racconto musicale a tempo di valzer utilizzato per sottolineare la festa e la socialità dei personaggi.

Anche Donizetti e Rossini inserivano nelle loro composizioni momenti danzanti, utili a sottolineare scene di festa e a coinvolgere il pubblico in un’esperienza che univa musica e movimento.

Imparare i passi del valzer e delle altre danze ottocentesche significa quindi comprendere non solo la tecnica del ballo, ma anche la musica, l’atmosfera e la socialità che queste opere rappresentavano.


Un’esperienza da vivere con la Società di Danza

Oggi, grazie alla collaborazione con la Società di Danza, è possibile rivivere l’atmosfera dei salotti dell’Ottocento, sperimentando direttamente valzer, polke, quadriglie e polka-mazurke. Non si tratta solo di imparare i passi, ma di comprendere la cultura e la socialità di un tempo in cui musica, danza e opera lirica erano strettamente legate.

 

Per chi desiderasse avvicinarsi a queste danze in modo diretto e divertente, la Società di Danza inizia da giovedì 25 settembre alle 20:15 ( Open day) presso il Centro Danza El Duende di Macerata (via Giovanni Falcone 8/F), il suo anno di lezioni: un’occasione per provare i passi del valzer, della polka e delle quadriglie e immergersi nella magia dell’Ottocento.